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DEDE.CO Destination Design Conference: un "Reportage" in diretta

STEFANIA MELITO

DEDE.CO è stato il primo palcoscenico italiano per i giovani professionisti del management territoriale.

Un evento itinerante annuale sviluppato per affrontare il tema del destination design e rivolto ai decision makers dei territori italiani. Attraverso l’edizione di quest’anno intitolata “PICCOLO È FRAGILE, MANEGGIARE CON CURA“ l’obiettivo è concentrarsi sull’importanza delle dinamiche di sviluppo e gestione dei territori più piccoli e marginali.

Durante la Conference, DestinAction, in veste della sua Presidente Lucia Tucci, ha restituito i risultati della sua prima indagine su 33 piccoli territori italiani in condizioni di fragilità. 

Stefania Melito, associata di DestinAction, ha riportato le sue impressioni a “caldo” durante la diretta dell’evento. 

Uno schermo di alberi blu, tre cubi bianchi con tre parole chiave: cura, comunità, fragilità.

Una platea d’eccezione, un evento che disegna grazie alle parole dei relatori i vari aspetti del design di una destinazione, in particolar modo delle piccole realtà territoriali, tanto bisognose quanto “potenziali”. Forse proprio le parole “fragilità” e “cura” ne descrivono al meglio il maggior difetto e l’unico rimedio possibile.

Comincia. Sul palco, dopo i saluti istituzionali di rito, Emiliano Monaco vice-presidente Itur, Federico Alberto co-founder di StudioWiki e Enrico Ferrero, AD di Ideazione srl, gli organizzatori del convegno. Sembrano tre amici che chiacchierano, ma le loro parole sono pesanti come macigni: cura per i territori, comunità al centro della progettazione, attenzione della politica per quei lembi del territorio spesso dimenticati. Tracciano lo stato dell’arte e, nello stesso tempo, la rotta di questo convegno.
La “visione futura”, con lucida analisi e critica puntuale sulla retorica dei “borghi incantati”.

Il primo intervento, poi, è quello di Lucia Tucci, la presidente.

Abito verde (speranza), tacco medio, coda professionale. Emozionatissima, ma va bene così. Presenta DestinAction, la sua, la nostra associazione, con parole forti e puntuali.
Associazione nuova nel panorama italiano, giovani professionisti che si sostengono e si aiutano vicendevolmente, uniti dal comune desiderio di fare qualcosa per il Destination Management, ridare dignità alla gestione dei territori italiani.

Presenta poi un’indagine sui comuni italiani, e i risultati parlano da soli: quasi tutti i territori interpellati si ritengono territori turistici, principalmente per motivi paesaggistici o enogastronomici. Il turismo sembra essere considerato una leva altamente necessaria per lo sviluppo, anche se legato essenzialmente alle strutture ricettive e alla promozione territoriale.
Le criticità emerse: la scarsa competenza in materia turistica, il campanilismo, la guerra tra comuni limitrofi, la scarsità (percepita) di risorse economiche, la scarsa conoscenza delle professionalità emergenti del turismo. E qui il dato forse più scoraggiante: la metà degli intervistati non conosce la figura del destination manager, mentre a predominare è il progettista bandi. Come a dire che si conosce la malattia ma non lo specialista che può curarla.

L’augurio e la speranza (verde come l’abito della presidente) è che si acquisti una maggiore consapevolezza delle figure deputate a svolgere la progettazione territoriale, affinché si crei quel link tra domanda e offerta che tanta nuova linfa potrebbe portare all’interno dei territori italiani.

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