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Le destinazioni sostenibili protagoniste del secondo webinar DestinAction
ALBERTO AMEDEO CALDERONI
Carissimi lettori,
sono già passati alcuni giorni dal secondo webinar ideato da DestinAction, ma le tante storie di sostenibilità emerse durante l’incontro ci resteranno in mente a lungo!
Siamo molto orgogliosi di portare avanti questo progetto, parallelamente alle altre attività che ci vedono protagonisti, e siamo ancor più felici di aver visto un pubblico numeroso, attento ed entusiasta, compresi diversi partecipanti esterni che ci auguriamo saranno presto membri della nostra associazione.
Per questo secondo webinar, era difficile pensare a qualcosa che potesse stimolare curiosità e partecipazione meglio di una sessione online dedicata alle destinazioni sostenibili. Per il webinar “How-to guide: progettare una destinazione turistica sostenibile” abbiamo quindi invitato tre volenterosi professionisti dell’ambito a chiacchierare con noi:
– Robert Kropfitsch, Founder di Territori Sostenibili;
– Diego De Santis, Certification Manager di Vireo Srl;
– Carlo Runggaldier, Direttore della Cooperativa Turistica di San Vigilio di Marebbe.
Non siete riusciti a collegarvi a questo secondo webinar? Non temete: come già fatto per il primo webinar, vi regaliamo anche questa volta un breve riassunto, per stimolare la vostra curiosità! Buona lettura.
Come guidare il turismo verso la sostenibilità
Robert Kropfitsch ci ha regalato un primo intervento denso di suggestioni. Robert accompagna e supporta da diversi anni destinazioni e aziende in giro per l’Italia verso una ragionata ed efficace trasformazione in chiave sostenibile. Alla base del suo lavoro sta la capacità di rispondere in modo convincente ai tanti operatori che gli chiedono: perché dovrei rendere sostenibile la mia realtà?
Alcuni aspetti positivi della sostenibilità per il turismo – racconta Robert – saltano all’occhio rapidamente: una destinazione sostenibile è capace di valorizzare le tradizioni locali del suo territorio, salvaguardandone l’esistenza e l’identità, nonostante i tanti arrivi di viaggiatori da paesi anche lontani. E ancora, una destinazione sostenibile non solo protegge le risorse ambientali e la biodiversità del suo territorio, ma è anche capace di distribuire equamente tra i suoi residenti i benefici economici che derivano dalle presenze turistiche. Si procede in direzione di una visione a lungo termine, giusta, equilibrata – in una parola sostenibile: verso la cultura, verso la società e l’economia, verso la storia e verso l’ambiente.
Pensiamo poi a quanti viaggiatori – soprattutto stranieri – hanno sviluppato in anni recenti crescente consapevolezza e attenzione verso il tema sostenibilità: investire su di esso non può che portare vantaggi importanti. Diversi turisti contemporanei – spiega Robert – ricercano esperienze vere e autentiche, desiderano conoscere a fondo la gente del luogo ed entrare in contatto con l’ambiente locale senza snaturarlo né inquinarlo.
Tra norme e statistiche, tanto lavoro
Ricorda Robert che il lavoro pratico e organizzativo che sta dietro alla progettazione di una destinazione sostenibile è tanto: energia, acqua e rifiuti, mobilità green e inclusione, e ancora eventi e artigianato locale sono solo alcune delle tematiche di lavoro.
Dietro a ognuna di queste azioni esistono fortunatamente riferimenti normativi a livello internazionale e nazionale. Tra i punti di riferimento teorici più utilizzati ci sono quelli degli standard ISO, che indicano in modo accurato e verificabile la strada qualitativa e quantitativa da seguire per trasformare la propria struttura in chiave sostenibile. È poi impossibile ignorare i 17 sustainable development goals indicati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030.
È qui che entra in gioco il mondo delle certificazioni con Diego De Santis, il nostro secondo speaker. Se Robert e il suo team – come abbiamo visto – accompagnano i clienti verso la transizione sostenibile di una destinazione, Diego e gli altri professionisti di Vireo Srl intervengono per verificare e formalizzare che un candidato possegga i requisiti per ottenere una certificazione di qualità e sostenibilità.
Formalizzare la sostenibilità con le certificazioni
Si potrebbe pensare a Robert in veste di un professore smaliziato che consiglia e prepara le destinazioni verso un cambiamento desiderato e necessario. Diego, altra faccia della medaglia, rappresenta invece quel preparato (e severissimo!) osservatore esterno che – persino meglio di un Alessandro Borghese nelle cucine di tutta Italia – verifica che tutto funzioni come previsto.
Ottenere una certificazione – confida Diego – potrebbe sembrare la fine di un percorso, ma è in realtà solo l’inizio di una serie di attività che coinvolgeranno quotidianamente i gestori di una località. Mantenere e conservare negli anni un’attestazione – come quella di Global Sustainable Tourism Council e altre – richiede infatti tempo e sforzi, perché gli enti certificatori tengono sempre sotto controllo l’andamento delle attività. Si rassicurano così i clienti e viaggiatori che sì, quel luogo rispetta effettivamente tutti i parametri previsti e sarà capace di regalare un’esperienza autenticamente positiva.
Alcuni interi comprensori dell’arco alpino sono stati certificati da Global Sustainable Tourism Council: la Valsugana e il Tarvisiano ad esempio, ma anche San Vigilio di Marebbe in Alta Badia, destinazione rappresentata da Carlo Runggaldier, Direttore della Cooperativa Turistica locale e terzo speaker del webinar.
Attimi di autentica alta montagna
Per qualche minuto Carlo ci porta in viaggio tra i colori, la natura e le antiche tradizioni dell’Alta Badia. Trovare un equilibrio duraturo tra enti locali, residenti, agricoltura e turisti è complesso, ma è ciò che più di ogni altra cosa serve a una destinazione per prosperare e svilupparsi in modo sostenibile. Nella cooperativa di San Vigilio di Marebbe si confrontano centinaia di soci: tantissime strutture ricettive ma non solo, perché anche artigiani, ristoranti, funivie e maestri di sci partecipano al progetto. Il tutto è stato reso più semplice e immediato poi con l’esclusione dell’aspetto politico da questa cooperativa, che agisce in maniera indipendente rispetto all’amministrazione locale.
La natura e l’ambiente delle Dolomiti sono risorse cruciali per l’Alta Badia ma forse ancor più significativa – ricorda Carlo – è la tradizione culturale del luogo: qui si parla ladino, c’è una forte cultura dell’ospitalità e sopravvivono usi e costumi del passato. È particolare pensare che entrambe le risorse più importanti di questo luogo – natura e tradizione – siano gratuite e accessibili a tutti. Se a ciò aggiungi una comunicazione esterna creativa e positiva degli aspetti sostenibili di questo territorio, il viaggiatore responsabile non vedrà loro di visitare l’Alta Badia.
In chiusura del webinar non sono mancati interventi e domande dei partecipanti. Per chi si fosse perso il webinar, abbiamo caricato online una registrazione integrale. Insomma, iscrivetevi che ne vale la pena, promesso!