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Sistemi e modelli di governance turistica: a che punto siamo

ALBERTO AMEDEO CALDERONI

Cari membri di #DestinAction del presente (e del futuro!),

Cari lettori e amici,

Il terzo webinar targato #DestinAction, in una veste estiva pre-vacanziera, è stato un successo, come del resto anche i due precedenti incontri, dedicati alle destinazioni sostenibili e all’applicazione delle tecnologie web 3.0 in ambito turistico.

Anche questa volta, decine di partecipanti si sono collegati con i loro schermi, grandi e piccoli, per ascoltare gli interventi di due fuoriclasse del destination management in Italia: Emma Taveri e Stefan Marchioro, che hanno accettato il nostro invito con entusiasmo e grande disponibilità.

Per questo terzo webinar, abbiamo confermato nuovamente la formula già rodata e apprezzata durante i primi due incontri online: ogni speaker ha avuto mezz’ora a disposizione per raccontare la propria esperienza e presentare modelli e casi studio, prima di lasciare qualche minuto al termine dell’evento per rispondere alle domande del pubblico.

Per chi non ha avuto tempo o modo di collegarsi, magari perché in viaggio o forse perché troppo indaffarato tra mille progetti, nessun rimprovero, anzi! Potrete trovare la registrazione integrale del webinar a questo link.

Vi abbiamo raccontato il come e il chi di questo terzo webinar: non resta che svelarvi ora quello che è stato il tema dell’evento, e cioè i sistemi di governance turistica.

Non potevamo scegliere un argomento più azzeccato per stimolare l’immaginazione dei nostri due ospiti. Sì perché Emma Taveri e Stefan Marchioro si occupano quotidianamente della creazione di modelli di gestione turistica efficaci e sostenibili per le piccole e grandi destinazioni italiane.

Emma è infatti CEO di Destination Makers, una società di consulenza che collabora con le amministrazioni locali e gli operatori privati per costruire e promuovere le destinazioni; Stefan dal suo canto ha una trentennale esperienza nella direzione di aziende turistiche, e si occupa oggi per la Regione Veneto di progetti territoriali e…governance turistica!

DMO aumentate: esiste ancora un modello unico?

L’intervento di Emma ha debuttato con una domanda, ancora prima di dare risposte: che caratteristiche deve avere un’organizzazione territoriale per essere sufficientemente snella ed efficace nel recepire le maggiori tendenze di un turismo che è in continua evoluzione?

In primo luogo, Emma suggerisce di studiare a fondo quelle che sono le opportunità che leggi, direttive e progetti europei offrono alle amministrazioni locali in ambito turistico ma non solo, soprattutto quando si lavora in uno scenario fatto di investimenti limitati. I programmi Urbact e European Urban Initiative, così come diverse altre iniziative citate da Emma, sono tutte da tenere.

Le destinazioni, dopo aver investigato le tendenze economiche e sociali del turismo contemporaneo e studiato le opportunità di finanziamento europeo, dovranno poi dotarsi necessariamente di una strategia. In questo senso, Emma ha selezionato per noi una serie di casi studio, di mete capaci di darsi obiettivi innovativi e sostenibili, come Valencia, Eindhoven e Oslo.

Costruire un sistema di governance turistica

Nel comporre successivamente un modello di DMO che rispetta la strategia individuata, ogni destinazione dovrà saper riconoscere le proprie specifiche necessità e qualità. Il sistema di governance da scegliere e da strutturare infatti dipenderà proprio dalle caratteristiche della destinazione. Non esiste un unico modello di sviluppo del territorio, racconta Emma Taveri, come dimostrano i casi di successo, diversissimi tra loro, di isole Åland, Helsinki & Partners, Fondazione di comunità di Messina e Catacombe di San Gennaro / Coop La Paranza.

Non mancano poi esempi di rigenerazione urbana e creativa (gestiti dal pubblico e/o da privati) che, allontanandosi dal concetto standard di turismo, promuovono la rinascita di una destinazione per i residenti ancor prima che per i visitatori: basti pensare ad esempio a Marsiglia, a Essen e al Farm Cultural Park di Favara, in provincia di Agrigento. Le comunità locali possono inoltre assumere un ruolo centrale e fondamentale nella costruzione di una strategia di destinazione, in un processo di community empowerment, come nel caso di Sciacca Città dei 5 sensi, Dolomiti Paganella Future Lab, Decidim Barcelona, Brindisi.

Qual è il futuro delle DMO?

Emma passa la palla a Stefan per approfondire come, una volta individuati questi diversi casi di successo europei e italiani, convenga procedere nell’organizzazione della governance turistica di una località.

Conoscere le specifiche caratteristiche dei modelli di organizzazione turistica in Italia, e delle diverse normative e codici che ne hanno regolato l’evoluzione, è un punto di partenza importante. Stefan Marchioro ha completato dunque con noi un breve excursus della storia recente del turismo in Italia: dalle APT alle IAT, dai STL ai Consorzi fino alle più recenti DMO. 

Il rapporto pubblico-privato, la sharing economy, la sostenibilità economica, sociale e ambientale e un approccio olistico verso la destinazione sono tutti valori che bene descrivono ciò che un sistema di governance deve saper approcciare nello scenario contemporaneo.

Una DMO deve poi saper affiancare a concetti classici (come soddisfazione del cliente, domanda, offerta e marketing) anche altre attività, includendo nelle sue strategie la ricerca di investimenti, attività di consulenza e indirizzo alle imprese locali e valorizzazione del capitale umano. In questo senso, anche Stefan aggiunge alla lista nuove pratiche interessanti da analizzare quando si fa benchmarking, come Manchester, Lucerna, Bologna, Arezzo, e diverse altre.

Sono state tante le domande dal pubblico in chiusura di webinar, tutte interessanti: non ti resta che recuperare la registrazione qui sotto. Noi, nel frattempo, ti diamo appuntamento al prossimo evento targato #DestinAction!

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